Le Bustine di Minerva sono un viaggio in dieci tappe intorno alle forme letterarie (narrativa, poesia, romanzo storico, saggistica...). Con Daniela Dellavalle e Rita Siligato.
Lezioni: da sabato 3 ottobre a sabato 5 dicembre 2015, alle 10.30 nella sala di lettura della Libreria Minerva, via san Nicolò 20, a Trieste.
Corso a pagamento.
Per informazioni e iscrizioni:
scritturacreattiva@gmail.com
Cos’è il corso di Scrittura Creativa “Le Bustine di Minerva”?
È più facile farlo che raccontarlo, sia per chi lo conduce che per chi vi partecipa! Il termine “scrittura creativa” è stato usato e abusato, purtroppo.
Diciamo che esistono i laboratori o workshop, due o tre giorni di lavoro su un argomento specifico (giallistica, scrivere per i bambini, ecc.). I master prevedono anni di lavoro: un ottimo esempio è la prestigiosa Scuola Holden di Alessandro Baricco.
Ci sono i corsi online, che, sfruttando internet, prevedono temi e correzioni di elaborati.
Un corso di scrittura creativa vero e proprio, in genere, offre a chi lo frequenta una buona infarinatura di tecniche di narrazione, nonché una discreta panoramica sui generi e le forme letterarie. Vengono eseguiti esercizi di narrazione, basati sulle forme brevi.
“Le Bustine di Minerva”, gestito da Rita Siligato e Daniela Dellavalle, è un corso composto da 10 lezioni già in parte strutturate.
In che senso già in parte strutturate?
Nel senso che l’intenzione è quella di fornire gli strumenti per imparare a scrivere, e a scrivere bene. Nulla s’improvvisa, e la parte tecnica è quella più complicata: come accennato oggi alla lezione di presentazione, sono tanti gli strumenti che si usano nello scrivere. La penna – la matita – il computer – il tablet – ma soprattutto le orecchie, il cuore, il cervello, sono parte integrante del nostro sistema che può pensare e quindi scrivere. Ma se non impariamo a far uscire le emozioni dal cuore, farle mediare dal cervello e poi farle arrivare agli strumenti fisici – la penna, la matita, il computer, il tablet – non riusciremo mai a scrivere in modo da farci leggere, e soprattutto apprezzare.
Non hai risposta alla mia domanda. Perché “già in parte strutturate”?
Ci arrivo. Dobbiamo vedere chi sono i nostri interlocutori. Abbiamo già deciso la sequenza degli argomenti da trattare (narrativa, saggistica, traduzione, poesia, romanzo storico, teatro, diaristica) ma in corso d’opera potremo modificare la struttura, a seconda degli interlocutori.
Quindi sapete già di che cosa parlerete alla prossima lezione.
Certamente! È stato già detto nella lezione di oggi. Il titolo è “Scrivere bene significa scrivere bene”. Da quanti anni non consideriamo l’uso fondamentale della punteggiatura, o della costruzione delle frasi? Ci sarà da lavorare, ma sarà un lavoro molto divertente.
Scrivere bene… il computer ci aiuta, in questo?
A volte sì, a volte no. Il computer ci aiuta perché è veloce, ma non può sostituirsi a quella che è una buona conoscenza della lingua, quindi si parla ancora di tecnica.
A volte decide di cambiare una parola che non gli piace (Ariella diventa Arsella, per esempio); ma se scriviamo coscie ci suggerisce che si scrive cosce. E su questo ha ragione. Vigiliamo e ascoltiamo, ancora una volta…
Qual è il target della persona che partecipa al corso?
Non esiste un target. Chiunque può partecipare… quante volte abbiamo sentito la frase “Eh, signora mia, se dovessi raccontare la mia vita… è proprio un romanzo!”.
Ecco, appunto, la vita di chiunque può essere un romanzo, ma deve venir raccontata in modo da risultare interessante a chi poi la leggerà.
Tanto che, a questo proposito, posso raccontare un aneddoto.
Molti anni fa dicevo che scrivere poesie dopo i diciotto anni è un reato,e come tale dovrebbe essere perseguito per legge.
Mi sono ritrovata a scrivere, e proprio poesia, come per un incantesimo, circa cinque anni fa.
Ci ho pensato a lungo, prima di far leggere le cose che scrivevo, ma poi mi sono decisa.
Mi sono iscritta a un forum online, e lì ho dovuto confrontarmi con gli altri.
Quante ne ho prese! Ma legnate sulla testa, fortissime, tanto da stordirmi e da farmi decidere di continuare, di studiare forma e metro, e capire come far funzionare quello che scrivevo.
Ho studiato per molto tempo, impratichendomi su quello che mi piaceva, senza trascurare quella che è la “parte sensibile”, cioè gli argomenti sui quali desideravo scrivere.
Le cose hanno continuato a sgorgare come per magia, la fonte è sempre quella, il nostro cuore, il nostro cervello, che funzionano in sintonia.